Possiamo definire l’emozione come “un fenomeno psico-fisico che ci permette di valutare e dare senso al mondo e anche di reagire ad esso”. Ma a cosa servono le emozioni? Primariamente, le emozioni ci aiutano a capire meglio ciò che ci succede e prendere una decisione, spesso nel lasso di un tempo brevissimo. La mente, fondamentalmente, serve per agire, più che per pensare. In un’ottica evoluzionistica, le emozioni sono come delle spie di un “cruscotto”, che ci consente di agire in modo “intelligente”, ai fini della nostra sopravvivenza. Esiste una stretta relazione tra le motivazioni (ciò che mi spinge interiormente verso una meta) e le emozioni. Se ci pensiamo, il termine “motivazione”, che deriva dal latino “movere”, indica un movimento, ovvero una spinta verso uno scopo. Le motivazioni (o bisogni) sono collegate alle nostre emozioni: non a caso, infatti, “motivazione” ed “emozione” (dal latino “emovere”, cioè portare fuori, mettere in movimento verso l’esterno) hanno una comune radice etimologica. Sulle emozioni sappiamo alcune cose:
Quali e quante sono le emozioni?
Uno dei maggiori studiosi delle emozioni, Paul Ekman, ha effettuato una ricerca su popolazioni distanti dalla cultura occidentale, per verificare se esistesse o meno una base psico-biologica che accumuna tutti gli esseri umani. Nel 1972, seguendo una tribù isolata dal mondo in Papua Nuova Guinea, Ekman identificò sei emozioni di “base” universali:
Queste emozioni le sperimentiamo quotidianamente, con diversi livelli d’intensità, proprio come la temperatura di un termometro. Ad esempio possiamo provare rabbia…ma a quale intensità?
Un’altra caratteristica comune a tutte le emozioni di base, quando si manifestano ad alta intensità, è la perdita del controllo: la tristezza diviene disperazione, la paura diviene panico, la gioia diviene euforia/estasi.
La funzionalità psico-biologica delle emozioni
Le emozioni assolvono una funzione legata alla sopravvivenza della specie. In particolare, le quattro emozioni di base, ovvero Paura, Rabbia, Tristezza e Gioia ci segnalano specifiche motivazioni ad agire. Vediamo assieme un po’ più in profondità il significato di ciò:
Emozione Ci spinge verso… Orientamento temporale
Paura Evitare un pericolo Nel futuro
Rabbia Riparare un torto Nel presente
Tristezza Superare una perdita Nel passato
Gioia Vivere un evento gratificante Presente/futuro
Quando le emozioni non sono funzionali, alla base di questo fenomeno c’è probabilmente un rapporto rigido, di negazione della vita emotiva, che può produrre il fenomeno dell’emozione sostitutiva, “Non ho il permesso di sentire la tristezza e mi blocco nella rabbia”, oppure Il fenomeno dell’intensificazione dell’emozione negata, “Nego la paura e questa diventa ansia o panico”. Uno dei massimi studiosi del mondo delle emozioni, D. Goleman, parla di una qualità essenziale per gli esseri umani. La chiama intelligenza emotiva, ovvero un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. Coltivare l’intelligenza emotiva ci consente di vivere ed “utilizzare” le emozioni in modo funzionale e armonico, verso noi stessi e verso gli altri. Il riconoscimento delle emozioni, in definitiva, è il primo passo verso il cammino della consapevolezza.